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La Sindone può essere datata con i raggi X?

A seguito dell'articolo di De Caro et al. pubblicato su Heritage2022, 5, 860-870, molti ci chiedono se sia possibile datare la Sindone con questo metodo in alternativa al 14C. A questa domanda hanno risposto Marco Ricci, Paolo Di Lazzaro e Alfonso Sanchez Hermosilla, membri del Comitato Scientifico del Centro Internazionale di Studi sulla Sindone, pubblicandola sulla rivista Sindon, al seguente link:


Nell'articolo, che pubblichiamo di seguito, si spiega perché i raggi X non possono essere utilizzati per datare i tessuti, ma misurano solo il deterioramento meccanico della cellulosa del tessuto, ma questo non ci permette di stabilire una cronologia, né l'età del tessuto.



Commenti all’articolo di De Caro et al.,X-RAY DATING OF A TURIN SHROUD’S LINEN SAMPLE, Heritage 2022, 5, 860-870


La necessità di una tecnologia più compatta e con costi inferiori rispetto ai dispositivi AMS utilizzati per la datazione al radiocarbonio C-14 dei tessuti ha incoraggiato diversi laboratori a sviluppare metodi di data-zione alternativi in grado di correlare l'età dei tessuti ai cambiamenti chimici o fisici della cellulosa. In-fatti, le fibre vegetali, come il cotone o il lino, sono composte da cellulosa che, a sua volta, è costituita da lunghe catene lineari di glucosio. Nel corso del tempo, invecchiando, queste lunghe catene si degradano e subiscono diverse rotture per effetto della temperatura, dell'umidità, della manipolazione, dell'abrasione per attrito, ecc. Se questo accorciamento avvenisse a un ritmo costante, in linea di principio l'età del tessuto potrebbe essere stimata misurando il livello di degradazione delle sue fibre.

In questo contesto, un paio di anni fa De Caro et al. hanno mostrato come un particolare uso dei raggi X (Wide-Angle X-ray Scattering, o WAXS) possa fornire un metodo per misurare il livello di degradazione delle fibre di cellulosa e quindi per datare antichi tessuti dopo un opportuno ciclo di calibrazioni con di-versi campioni di riferimento (De Caro et al., X-ray dating of ancient linen fabrics, Heritage 2019, 2, 2763-2783, impact factor della rivista non disponibile). Più recentemente, lo stesso gruppo di ricerca ha utilizzato questa tecnica per datare un piccolo campione della Sindone di Torino di cui non è specificata l’origine né la ‘catena di custodia’ (De Caro et al., X-ray Dating of a Turin Shroud's Linen Sample, Heritage 2022, 5, 860-870, impact factor della rivista non disponibile). Il risultato ottenuto è in contraddizione con quello della datazione al radiocarbonio del 1988 e sarebbe compatibile con l'ipotesi che la Sindone di Torino sia un oggetto risalente a 2000 anni fa.


Possiamo fidarci dei risultati di questo esperimento?


Il metodo sviluppato da De Caro et al. si basa sulla verifica di modifiche dei campioni tessili: come gli autori discutono nel loro articolo del 2019, l'invecchiamento dei tessuti può svilupparsi attraverso diverse vie, tra cui quella termica, idrolitica, fotochimica, ossidativa ed enzimatica. Di conseguenza, il ritmo con cui avvengono queste modifiche è fortemente influenzato e condizionato dalle condizioni ambientali, tra cui, ad esempio, la temperatura, l'umidità, la pressione parziale dell'ossigeno, l’esposizione alla luce sola-re, la presenza di possibili catalizzatori come acidi, basi o metalli, le condizioni di conservazione e manipolazione e, infine, la presenza e l'attività di microrganismi. Pertanto, sembra improbabile che il metodo pro-posto da De Caro et al. possa fornire una datazione assoluta come quella basata sul decadimento del radiocarbonio che, per quanto ne sappiamo, non è influenzato da alcuna condizione ambientale.


Inoltre, osservando la Figura 2 del documento pubblicato nel 2022, è chiaro che piccole differenze nei profili WAXS corrispondono a grandi differenze nell'età dei tessuti. Tenendo conto anche di una certa soggettività del processo di ricalibrazione (trattata a pagina 863 del documento), una stima precisa dell'età appare quantomeno controversa.


L'applicazione della tecnica WAXS alla Sindone appare problematica anche per il possibile effetto sulla de-gradazione della cellulosa dell'incendio che la Sindone subì nel 1532: qualsiasi aumento della temperatura media del campione porterebbe ad un’accelerazione della degradazione della cellulosa, aumentando l'età apparente del tessuto. De Caro e collaboratori affrontano questo punto ma la loro discussione, sebbene chiara, è probabilmente semplicistica: secondo gli autori, l'idrolisi (cioè la reazione con l'acqua) sarebbe quasi l'unico processo responsabile della degradazione della cellulosa. Di conseguenza, dato che durante un incendio la pressione parziale dell'acqua è ragionevolmente molto bassa, De Caro et al. non si aspettano modifiche significative della degradazione della cellulosa del tessuto sindonico a causa dell'incendio del 1532. In quest'ottica, ogni possibile ruolo della degradazione termica, ad esempio, è completamente trascurato.


Anche le considerazioni di De Caro et al. sulla scarsa umidità presente sulla Sindone durante l'incendio della teca potrebbero essere infondate. Subito dopo l'estrazione del telo sindonico, che si trovava a una temperatura probabilmente vicina ai 200 °C con gocce di metalli fusi infiammate che perforavano il tessu-to, è stata gettata dell'acqua sul telo per fermare la propagazione delle fiamme. L'umidità del telo bagna-to era del 100% e la temperatura del tessuto era ancora molto alta: il lino è un tessuto che si riscalda lentamente e altrettanto lentamente si raffredda. Di conseguenza, lo scenario di "bassa umidità" ipotizzato da De Caro e collaboratori non è probabilmente realistico.


Sicuramente sono necessari ulteriori lavori sperimentali per verificare se le alte temperature subite da un tessuto bagnato possono aumentare o meno la degradazione delle fibre di cellulosa.

In conclusione, sembra che la tecnica WAXS sia adatta alla datazione di campioni conservati in condizioni ragionevolmente stabili, come ad esempio in tombe sotterranee sigillate, senza aver subito fluttuazioni di umidità e temperatura né esposizione alla luce solare e manipolazione.


D'altra parte, non è ancora chiaro se la WAXS possa fornire risultati affidabili di datazione della Sindone, la quale ha subito fiamme e acqua e che nel corso dei secoli è stata sottoposta a condizioni di manipolazione e conservazione del tutto sconosciute. Tuttavia, anche se l'affidabilità del metodo dovesse essere confermata, sarebbero necessari nuovi test su altri campioni della Sindone per supportare il primissimo risultato finora ottenuto su un campione di soli 0,5 × 1 mm.


Il percorso verso una tecnica di datazione dei tessuti alternativa al C-14, che non sia distruttiva e fornisca risultati accurati, è irto di difficoltà ma vale la pena di essere perseguito.


Marco Ricci; Paolo Di Lazzaro; Alfonso Sanchez Hermosilla;

Membri del comitato scientifico del Centro Internazionale di studi sulla Sindone.

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